In The Style of Joe Bonamassa

Di Miguel Ángel Ariza

Potremmo avere davanti a noi il catalogo mondiale delle chitarre fatte fino ad oggi, prendere una mano innocente, chiederle di scegliere tre o quattro modelli a caso e probabilmente verrebbero fuori tre o quattro modelli che sono passati per le mani di Joe Bonamassa, forse il chitarrista dei nostri giorni più legato al mondo del collezionismo di cui siamo così appassionati in Guitars Exchange. Forse altri chitarristi di cui abbiamo parlato in precedenti articoli hanno una collezione simile ma è molto più semplice mettere su un incredibile arsenale quando inizi a comprare chitarre negli anni ‘60. Questo non è il caso dell'eroe di oggi, nato nel 1977, e avvelenato con la musica e il tono dei decenni anteriori alla sua nascita come succede a molti di noi oggi, quindi -perché non dirlo?- ci sentiamo un po' identificati con i gusti e le tendenze di Mr. Bonamassa e -perché non lo applaudirlo?- preferiamo che le chitarre da collezione finiscano sul palco e suonino nei concerti di un ragazzo che trascorre nove mesi all'anno in tour, che nei musei o sui muri dei collezionisti che non hanno idea di cosa farci.      

Quindi, Joe, siamo con te, ma la verità è che non è per nulla facile parlare di te in questa sezione in cui cerchiamo di riassumere in poche righe il suono di un chitarrista. Potremmo parlare dello stile di questo chitarrista; potente, basato su hard blues e hard rock, tecnico e viscerale, quel mix che ci piace così tanto -forse più il primo che il secondo- qualcosa che lo stesso Bonamassa si rinfaccia. Infatti, usa corde abbastanza grosse, minimo dello 011, solo per rendere ancor più difficile l’andare su e giù per il manico poiché sa che nel campo del blues, la velocità non va quasi mai di pari passo con la bellezza.      

Detto questo, elenchiamo alcuni dei gioielli della corona appartenenti alla sua collezione privata e che, ripetiamo, si possono ascoltare nei suoi dischi e vedere e sentire dal vivo ai suoi concerti. Iniziamo con quello che, per tutte le volte in cui l'abbiamo visto dal vivo, pensiamo sia il suo modello preferito: la Gibson Les Paul. Parliamo di un chitarrista che per anni ha utilizzato decine di chitarre diverse nei suoi spettacoli, molte delle quali sono diversi modelli di Les Paul. Nella sua collezione non ha una ma diverse Gibson Les Paul Standard del ‘59 e almeno una coppia degli anni ‘60, di cui una lo accompagna nel suo tour attuale. A questo modello aggiunge sempre una Gibson Les Paul Standard Goldtop con P-90 del 1954 o un Gibson Les Paul Custom del 1953 con gli stessi pickups.
     

Solo nell’anteriore paragrafo parliamo già di più di un milione di dollari in chitarre ma potremmo finire l'articolo semplicemente enumerando gli altri gioielli come una Fender Broadcaster del 1950, una Stratocaster del 1956, o di una delle primissime Fender Stratocaster nere della storia, del 1955, una Gibson Firebird del 1963, una Fender Jazzmaster del 1966 nel rarissimo colore originale 'sea foam green'...e potremmo andare avanti fino a riempire diverse pagine ma, non volendo annoiare nessuno, concentriamoci sul fatto che questo fan di Paul Kossoff di nome Joe Bonamassa sarà anche un vorace collezionista ma accompagna quell'hobby con un altro -molto più importante per noi- che è suonare la chitarra in modo incredibile, cosa che gli ha permesso di guadagnarsi il diritto di suonare con i più grandi chitarristi blues della storia prima e l'elogio di tutti loro dopo, a cominciare da B.B. King quando era solo un bambino fino a Eric Clapton anni dopo. È forse la più giovane delle leggende del blues del momento e anche se il suo stile potrebbe non essere così puro come vorrebbe, che le grandi chitarre continuino a collegarsi agli amplificatori, a suonare e a fare impazzire la gente grazie a grandi chitarristi come lui, ci sembra una ragione più che buona per festeggiare.
   

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