Un album notevole

Di Tom MacIntosh

Oggi vi daremo la nostra opinione del disco di Michael "the Blond Bomber" Schenker, uscito il 2 marzo 2018 e intitolato Resurrection, ma prima un po' di storia su chi sono questi ragazzi, e da dove vengono. Schenker è un chitarrista metal tedesco noto per i suoi tempi con gli U.F.O., Temple of Rock, gli Scorpions, e il Michael Schenker Group (MSG), e ora con la nuova formazione, Michael Schenker Fest, una band con una sezione vocale cambiante. La premessa del disco era di unire i tre cantanti solisti che avevano lavorato con il MSG durante gli anni '80, Gary Barden, Graham Bonnet e Robin MacAulay, più l'ex cantante dei Temple of Rock, Doogie White. Quattro cantanti al prezzo di uno, semplice, no? Tutto è stato concepito durante "un raduno", come dice Schenker, stavano facendo una mostruosa jam e pensarono che fosse abbastanza buona da registrare 12 tracce. Il resto della band comprende Chris Glenn al basso, Steve Mann alle chitarre/tastiere, il batterista Ted McKenna, e un paio di ospiti invitati, il chitarrista dei Metallica, Kirk Hammett, e l'ex tastierista degli SMG, Wayne Findlay.      

   

L'album si apre con Heart and Soul e ha MacAulay alla voce sostenuta da Hammett alla chitarra che cucina questo numero di hard drive ad alta velocità con riff che escono dalla sua chitarra senza sforzo sulla dura linea di basso di Glenn, tipica del materiale in stile MSG dei tempi passati. La traccia 2, Warrior, mette in mostra i quattro cantanti che si alternano al microfono, il che è unico, eppure, a dire il vero, alcuni dei ragazzi sono invecchiati meglio di altri. Schenker da il meglio con la sua signature Dean V Retro come un vero "guerriero" in ottima forma. Take Me To The Church, in cui risuona il tema del titolo del disco, ha un ritmo galoppante, con la voce di velluto di White su questo rock classico degli anni Ottanta. È una delle migliori canzoni del disco, insieme a Night Moods, che cattura il sentimento delle dure strade della città degli anni '70 e '80. Altre melodie veloci con l'atmosfera speed metal sono Everest, e Time Knows When It's Time, quest'ultima ha un riff che vi stenderà, e testi che annunciano una morte imminente.
   

   

Resurrection
è il giusto titolo per quella che è essenzialmente una rinascita dell'intera opera di Schenker, "una celebrazione della mia vita", ha dichiarato in un'intervista. Da quando ha iniziato a suonare a 16 anni con la sua Gibson Flying V con gli Scorpions, una chitarra che ha usato praticamente durante tutta la sua carriera fino alla storia d'amore con Dean Guitars, un marchio che ha onorato il suo stile leggendario con diversi modelli signature: la Michael Schenker Custom Flames, MS Festival, MS Yin Yang, e molti altri. Sulla strumentale Salvation, Schenker fa buon uso del wah wah, raccontando una storia veloce e senza parole. L'album si chiude con il brano The Last Supper, che presenta ancora una volta tutti e 4 i cantanti per chiudere il cerchio finale, completando il set alla perfezione. Il titolo della canzone è anche rappresentato sulla copertina dell'album, con la band seduta attorno a un tavolo con una chitarra Dean V Retro come centrotavola; la ciliegina sulla torta, tanto per essere sicuri.
   

   

Resurrection
non reinventa la ruota, ma piuttosto riempie d'aria il vecchio pneumatico dell’hard rock, con una collezione di canzoni fresche, grintose e ‘croccanti’ a tratti stellari. E c'è di più, un piccolo extra per i fan irriducibili: un CD/DVD Digipak contenente un video della registrazione in studio di Warrior, un documentario su Schenker, interviste alla band e filmati dal vivo al Loud Park Festival del 2017 in Giappone. Cosa vuoi di più? Questo è un disco notevole, con musicisti notevoli, da salvare negli archivi dell’Hard Rock!
   

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