Il gran maestro della scuola inglese di blues/rock

Di Tom MacIntosh

Come gran maestro della scuola britannica del blues/rock, John Mayall fu un esperto nei cambi di personale e nel dare una cornice al blues di Chicago: era un uomo di spettacolo a tutti gli effetti. I suoi Bluesbreaker negli anni '60 sono diventati una sorta di "nave scuola" per molti chitarristi blues emergenti prima che intraprendessero la propria strada trionfale. Prendiamo ad esempio di  Eric Clapton, Peter Green y Mick Taylor, che andavano e venivano dall'alba al tramonto nei primi anni '60, solo per virare definitivamente verso le loro rispettive carriere: Cream, Fleetwood Mac e The Rolling Stones. Ci furono 15 diverse formazioni dei Bluesbreakers durante gli anni '60, quindi è un po’ difficile tenere il passo dei membri che entrarono e uscirono dalla band, ma proveremo a fare un po’ di luce su questo e sulla vita del nostro protagonista, guru e leggenda del blues/rock, John Mayall.    

      

Nacque a Macclesfield, nel Cheshire, in Inghilterra nel 1933, e iniziò a interessarsi alla musica grazie a suo padre Murray, che suonava la tromba e la chitarrista ed era un fanatico del blues e del jazz. Da giovane, Johnny ascoltò i dischi di suo padre e in particolare i suoni blues di Lead Belly, Eddie Lang, Pinetop Smith e Albert Ammons. Comprò la sua prima chitarra elettrica in congedo dal servizio militare in Corea e quella "palla di neve" iniziò a rotolare da lì. Frequentò il Manchester College of Art e iniziò a suonare con gruppi semi-profesisonali mentre era lì. Si laureò in art design, un mestiere che mise a frutto in molte delle copertine dei suoi album. Nel 1963 decise che la sua carriera musicale sarebbe stata la sua vocazione e, seguendo alcuni consigli di un tizio che alcuni chiamarono "il padre fondatore del blues britannico", Alexis Korner, partì per Londra.
   

      

Grazie ai contatti di Korner conobbe molti musicisti e iniziò a fare concerti con la sua band, che a quel punto si chiamava Bluesbreakers. Firmarono un contratto discografico nel '64 con l'etichetta Decca, e incisero il singolo Crocodile Walk, che non li portò da nessuna parte e fece morire l’accordo. Invece di mollare, questo gli servì da stimolo per riuscire a sfondare. Sempre pronto a incorporare aria fresca, fece in modo che Eric Clapton si unisse al gruppo nel 1965, facendo prendere sempre più velocità alla palladi neve.  A quel’epoca Clapton aveva già un seguito, avendo attirando l'attenzione tanto necessaria ai Bluesbreaker, grazie alla sua anteriore esperienza negli Yardbirds. Registrarono due singoli quell'estate, I'm Your Witchdoctor (prodotto da Jimmy Page) y Telephone Blues. Tuttavia, Clapton andò in Grecia subito dopo per esplorare nuovi orizzonti, lasciando Mayall con problemi di personale e licenziò il bassista originale John McVie. Ma il sempre convincente Mayall convinse Peter Green, bravo quanto Clapton, ad entrare nel gruppo anche se ancora non avesse le "credenziali della strada", e il bassista Jack Bruce (Graham Bond Organization), ma se ne andò dopo un breve periodo.
     

Clapton tonrò ad occupare al suo posto e nel '66 uscì il classico  John Mayall and The Bluesbreakers with Eric Clapton (con McVie al basso) anche noto come The Beano Album (perché nella copertina del disco Clapton stava leggendo la rivista per bambini Beano) . La maggior parte delle voci del disco erano di Mayall, come il lavoro al piano, all’organo Hammond e armonica, mentre Hughie Flint era alla batteria. Il pezzo Ramblin' On My Mind fu la prima registrazione di Clapton come cantante.
 

       

Ma la giostra musicale continuò a girare e Clapton lasciò il gruppo per unirsi a Bruce per formare Cream con Ginger Baker. Peter Green tornò alla chitarra principale insieme ad altri musicisti, e nell'inverno del '67 pubblicarono A Hard Road, insieme a diversi singoli.
 

Forse la ragione dietro tutti i cambi di formazione è dovuta alla crescente popolarità dell'invasione britannica negli Stati Uniti nei primi anni '60, dove la musica blues era musica nera, per lo più suonata su radio nere, con poche possibilità di raggiungere le masse bianche. Questi musicisti bianchi di blues britannico ruppero la barriera e la loro popolarità portò loro fama e ricchezza; si può pensare che a quel tempo ci fu una vera e propria lotta per entrare a far parte della band. Comunque, grazie al loro, il blues passò in prima linea in tutta il paese.  

   

Puntuale come un orologio, Green andò via ancora una volta per iniziare a collaborare con Mick Fleetwood per lavorare al suo progetto Fleetwood Mac. Com chitarrista entrò il diciottenne Mick Taylor e insieme pubblicarono l'album Crusade nel '67, con una potente sezione di fiati per dare un forte suono metallico. Poi uscirono Diary of a Band Vol 1 & 2, con il favoloso batterista Keef Hartley, e Bare Wires, che alcuni dicono essere il suo miglior lavoro fino ad oggi, mettendo in mostra i suoi inizi e sviluppo del jazz e scrivendo testi più significativi, come ad esempio la deliziosa I Know Now.
   

Quando Taylor lasciò la band per unirsi agli Stones, Mayhall lasciò per un po' il progetto dei Bluesbreakers e formò un gruppo acustico senza batteria con il chitarrista Jon Mark, Johnny Almond al sax tenore e flauto e Stephen Thompson che pizzicava il contrabbasso. Il risultato fu l'album dal vivo The Turning Point, che raggiunse la top 10 delle classifiche U.K., e fu il disco più venduto. La sua armonica più famosa la troviamo nei classicio Room to Move, e Thoughts About Roxanne, in cui Almond fa un gran lavoro al sax.
 

   

Mayall tornò in studio (Larrabee Studios, LA) con nuovi amici americani: Harvey Mandel / chitarra, Larry Taylor / basso, e Don "Sugarcane" Harris / violino elettrico per registrare USA Union, un esperimento jazzistico che trovò ispirazione nell’amore per la sua ragazza, come nella dolce My Pretty Girl, e il funky Possessive Emotions, per esempio, e nella sua preoccupazione per l'ambiente, come in Nature's Disappearing. Nel 1971 lanciò il doppio album Back to the Roots con gli ex Breakers Clapton, Mick Taylor, Hartley, Mandel e Almond, ma non ebbe un grande successo commerciale. Poi, quello stesso anno, uscì il suo album Jazz Fusion Blues, con Blue Mitchell / tromba, Clifford Solomon e Ernie Watts / sax, Larry Taylor / basso, Ron Selico / batteria, e Freddy Robinson / chitarra, con Mayall al piano e armonica. È un altro disco dal vivo, dove il lato A è  un concerto nella Boston Music Hall e il lato B è un mix di due concerti all'Hunter College di New York. Due anni dopo, nel '73 con la stessa formazione, lanciò Moving On, ma la sua fiamma stava iniziando a diminuire un po' d’intensità, così smise di registrare per un po', suonando vicino casa sua, in California.
   

Tornò sulla strada di nuovo in Europa (1988), suonando davanti a piccole ma entusiaste folle, e più tardi in quell'anno firmò con Island Records e pubblicò Chicago Line. La crisi commerciale iniziò a recuperarsi nel 1990 con uno dei suoi migliori album degli ultimi anni, A Sense of Place, e nel 1993 il suo disco Wake Up Call fu considerato il più bello di sempre, oltre ad essere il più venduto in oltre 20 anni. QUell’anno vinse anche il Grammy per il Best Contemporary Blues Album.
   



Gli anni '90 sorrisero a John Mayall, regalandogli un nuovo figlio dal suo secondo matrimonio nel 1995, e un nuovo album blues intitolato Spinning Coin, con il talentuoso chitarrista blues texano Buddy Whittington; Mayall continuava ad avere il merito di attirare i migliori musicisti in circolazione. Poi arrivò sul mercato quello che è stato visto come lo sforzo lirico più convincente di Mayall, Blues for the Lost Days, pubblicato nel 1997, con il classico All Those Heroes che rende omaggio a tutte le sue influenze, tra cui Muddy Waters, Howlin 'Wolf, Big Maceo y Blind Blake. Nel 40° anniversario della sua brillante carriera, tornò insieme ai vecchi amici per registrare un album celebrativo, intitolato Along for the Ride (2001), che includeva 20 grandi nomi in copertina, come i Bluesbreakers originali oltre a Gary Moore, Jonny Lang, Steve Cropper, Steve Miller, Otis Rush, Billy Gibbons, Chris Rea, Jeff Healey, cantante del fenomeno Shannon Curfman e altri...
   

Nel 2013 Mayall firmò con la discografica Forty Below Records del produttore Eric Corne con cui incise altri 3 album, A Special Life, con il mago della fisarmonica C.J. Chenier, Find a Way to Care e Talk About That, con Joe Walsh.
   

Per quanto riguarda la sua attrezzatura, dice: "Tutte le chitarre del mio passato sono state usate molto e non erano molto buone, ma quella sulla copertina di A Special Life è la mia preferita. Era una Eric Johnson Stratocaster in origine, ma con tutte le chitarre che ho, l’ho personalizzata anche con disegni. Ho tolto le parti che non mi servono, tolgo tutto tranne un pickup e il controllo del volume, e ciò che resta, lo decoro."
 

 

A John Mayall fu conferita anche una onorificenza, la OBE (The Excellent Order of the British Empire), ed entrò nella Blues Hall of Fame nel 2017. Come unico sopravvissuto dei quattro progenitori del blues/rock britannico, (dopo tutto questo tempo) suona ancora con vera passione il genere originale: il blues. "Si tratta di quella schietta onestà con cui il blues esprime le nostre esperienze nella vita, qualcosa che è collegato a noi...Per essere onesti, però, non credo che nessuno sappia veramente cosa sia esattamente. Semplicemente non riesco a smettere di suonarlo". Ora può rivendicare il trono come l'inglese che ha promosso la causa più di chiunque altro.
   


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