I cinque migliori album della carriera di Jeff Beck

Di Sergio Ariza

Jeff Beck è semplicemente uno dei chitarristi più creativi che siano mai vissuti. Con una tecnica eccezionale Beck non ha mai smesso di sperimentare e di cercare nuovi suoni, aprendo molte delle strade che la musica rock avrebbe seguito e diventando il perfetto sostituto negli Yardbirds del purista Clapton. Forse non ha la visione globale di un Jimmy Page, perché Beck non è un compositore, arrangiatore o produttore particolarmente dotato, ma se si guarda solo il suo lavoro con le sei corde, si possono contare sulle dita di una mano i chitarristi che ne sono all'altezza. Nei suoi lunghi anni di carriera lo ritroviamo in alcuni importanti album, questi sono i nostri cinque preferiti.  

  

The Yardbirds - Having a Rave Up with The Yardbirds (1965)
 

Having a Rave Up
uscì nel novembre del 1965 negli Stati Uniti e non era un album in quanto tale, ma una strana compilation di singoli da quando Beck si era unito al gruppo nel marzo di quell'anno, con l'inclusione di due canzoni che non erano ancora state pubblicate e che erano state registrate ai Sun Studios, Train Kept A-Rollin' e Mister, You're a Better Man Than I, quest'ultimo uscì nel Regno Unito nel febbraio dell'anno successivo come lato B di Shapes Of Things. Questo per quanto riguarda la prima parte. La seconda fu una selezione di titoli dell'album di debutto della band, Five Live Yardbirds, uscito nel 1964 quando il chitarrista solista era ancora Clapton. È un album perfetto per confrontare la band in due periodi totalmente diversi, anche se in entrambi la chitarra è protagonista assoluta, (nel caso di Beck la sua Esquire del ‘54 con diversi pezzi cambiati, essendo la prima grande chitarra ‘Frankenstein’ del rock) e crediamo di poter affermare che Beck, questa volta, ne esce vincitore. Tuttavia, in entrambi i casi, i chitarristi sono molto più avanti del cantante, con tutto il rispetto per Keith Relf, la sua voce semplicemente non era all'altezza dei grandi vocalist britannici dell'epoca, Roger Daltrey, Steve Marriott, Paul Rodgers, Robert Plant o un personaggio di cui parleremo in seguito, Rod Stewart, ma il lavoro di Beck è così avanti rispetto alla chitarra elettrica che queste canzoni sono ancora fondamentali quando si tratta di tracciare l'evoluzione dello strumento. Con il riff di Train Kept A-Rollin' si potrebbe dire che inventò i Led Zeppelin, con Heart Full Of Soul si pone all'avanguardia della musica psichedelica e dimostra che una chitarra (con un buon pedale fuzz) può suonare come un sitar, mentre l'assolo con lo slide di Evil Hearted You è un altro grande esempio dell'incredibile chitarrista che è, suonando a metà strada tra Morricone e il surf rock. Quell'influenza ‘morriconiana si sente ancora una volta in Still I'm Sad. E poi c'è l'assolo di Mr. You're A Better Man Than I, che è forse il miglior assolo di chitarra che la musica rock abbia inciso fino a quel momento.
  

  

The Yardbirds - Roger The Engineer (1966)
 

L'unico album in studio che gli Yardbirds pubblicarono nel loro paese. Prima di tutto, quest’album non si intitolava ufficialmente Roger The Engineer, questo era semplicemente il nome del disegno che Chris Dreja fece per la copertina, lui lo scrisse e si pubblicò così. Con il tempo, tutti finirono per identificare il disco in questo modo. La seconda cosa è che se quest’album finì per diventare una sorta di opera di culto è per via del lavoro di Beck alla chitarra, lontano anni luce dalla concorrenza dell'epoca. La grande canzone dell'album è Over Under Sideways Down, uscita un mese prima dell'uscita dell'album, nel maggio del ‘66, come anteprima. Qui aveva già la Les Paul Standard del '58 con gli humbucker che avrebbero definito il suo sound negli anni successivi, ed è qui che propone uno dei riff più creativi della storia, in cui il blues si fonde con la musica orientale e il raga per creare qualcosa di totalmente nuovo, dimostrando di essere ancora all'avanguardia del movimento psichedelico. The Nazz Are Blue, cantata dallo stesso Beck, può essere vista come un antecedente al suono del Jeff Beck Group o dei Led Zeppelin, un blues suonato con forza e un assolo spettacolare per l'epoca, con forse la nota di feedback più lunga fino a quel momento. Hot House of Omagararshid è un'altra prova che questa band non aveva paura di esplorare nuove sonorità, anche in questo caso il meglio è opera di Beck, con un assolo pieno di distorsione e originalità, Jeff's Boogie, un plagio di Chuck's boogie di Chuck Berry, è un veicolo strumentale per la superstar della band. What Do You Want passa facilmente inosservata fino a quando non appare finalmente Beck e unoi comincia a chiedersi, mio Dio, ma questo tizio suonava già così nel 1966? He's always There è la canzone, oltre a Over Under, che suona più come i singoli della band. Con un sacco di fuzz da parte di un Beck che alla fine si scatena avrebbero potuto allungare quel finale.  Ma, come abbiamo detto, gli Yardbirds sono sempre stati una band di singoli piuttosto che di album, quindi la cosa migliore da fare quando si ascolta questo disco è ottenere la versione estesa in cui appaiono Happenings Ten Years Ago e Psyco Dasies, le uniche due canzoni che Jeff Beck e Jimmy Page registrarono insieme nella band, un tesoro inestimabile per ogni amante delle sei corde.
  

  

Jeff Beck Group - Truth (1968)
 

Truth
è un album fondamentale nell'evoluzione della musica rock verso le sue sonorità più dure, all'altezza di precedenti come Jimi Hendrix o Cream, il duo Beck e Rod Stewart è spettacolare, ben accompagnato da Ron Wood al basso (Beck non aveva bisogno di altri chitarristi), Micky Waller alla batteria e la speciale collaborazione di Nicky Hopkins al pianoforte. Tuttavia, nonostante la loro canzone più memorabile sia apparsa nell'agosto del 1968, la registrarono due anni prima con una formazione da sogno, Beck e Jimmy Page alle chitarre, John Entwistle al basso e Keith Moon alla batteria. Si tratta di Beck's Bolero, uno pezzo strumentale che ancora una volta suonava in anticipo sui tempi, con Beck che brillava con la sua Les Paul attraverso un Vox AC30. Ma non si possono dimenticare cose memorabili come I Ain't Superstitious, Let Me Love You o You Shook Me che mostrarono la strada da seguire a Jimmy Page e la sua nuova band, i Led Zeppelin.
   

   

Jeff Beck Group - Beck-Ola (1969)
 

Il secondo album del Jeff Beck Group segue la strada di Truth, ma scava più a fondo nella durezza della band, qualcosa che ha a che fare con la sostituzione di Micky Waller alla batteria con Tony Newman. Si può anche notare che Nicky Hopkins al pianoforte ha molta più presenza, cosa normale se si considera che era diventato un membro a pieno titolo della band. Detto questo, i protagonisti sono ancora una volta la chitarra di Beck e le corde vocali di Stewart, le due versioni di Elvis sono felicemente portate sul loro terreno. Il materiale originale di per sé può non essere di prim'ordine ma Spanish Boots contiene un grande riff e un'opera spettacolare di Beck, mentre Plynth (Water Down the Drain), The Hangman's Knee e Rice Pudding ancora una volta non temono paragoni con gli Zeppelin dell'epoca, soprattutto per vedere come, nonostante Beck e Stewart siano strumentisti migliori di Page e Plant, la bilancia pende chiaramente dal lato degli Zeppelin perché le canzoni sono molto meglio...
   

   

Jeff Beck - Blow By Blow (1975)
 

Come è ormai chiaro, Jeff Beck è soprattutto un brillante strumentista, quindi è naturale che il suo miglior lavoro da solista sia strumentale. Naturalmente, non c'è musicista abbastanza grande nel rock che non abbia una mezza canzone decente in cui esprimersi. Fortunatamente per Beck, era diventato buon amico di Stevie Wonder (che compose Superstition con Beck in mente) e gli regalò un paio di canzoni notevoli, in particolare l'eccellente Cause We've Ended As Lovers, la cui performance Beck dedica a Roy Buchanan. Il chitarrista trova il giusto veicolo per esprimersi e con la sua famosa Tele-Gib (una chitarra ibrida con il corpo di una Fender Telecaster del 1959 e vari pezzi di altre chitarre, tra cui i pickup di una Gibson Flying V del 1959) dimostra ancora una volta di essere un chitarrista eccezionale e avventuroso, dopo una carriera di oltre dieci anni. Nel resto dell'album la chitarra utilizzata è la mitica Oxblood (in origine una Gold Top del 1954 pesantemente modificata, con i P-90 sostituiti da humbucker) con cui lo si può vedere in copertina. Del resto del materiale spicca una versione di She's A Woman dei Beatles, in cui Beck usa un Talk Box prima che Peter Frampton lo rendesse un successo, mentre nella versione di You Know What I Mean si dimostra di aver ascoltato attentamente la Mahavishnu Orchestra mentre nella versione di Diamond Dust si addentra con successo nei territori del progressive.